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02 gennaio 2019

2018.12.31 - Il Giorno Dopo

Il giorno dopo Dio si svegliò soddisfatto.

Non aveva ancora visto come fossero andate le cose, ma era convinto che tutto fosse andato per il meglio: in fin dei conti aveva pianificato tutto nei minimi particolari, per non ripetere gli errori del passato.

Tutto era iniziato un po' di tempo prima, quando aveva dato un'occhiata alla Terra e quello che aveva visto non gli era piaciuto per niente.

Ovunque vedeva muri fatti di cemento e di parole, eretti solamente per mantenere i propri privilegi, gente abbandonata in terra ed in mare, ignorando quello che già aveva detto tanto, tanto tempo fa, soprattutto sul fatto di essere fratelli e aprire le porte ed il cuore a chi ne avesse avuto bisogno.

Decise quindi che era venuto il momento di mandare un segnale, tanto per rimettere le cose in ordine.

Ripensò a quello che già aveva fatto nel passato.

Distruzione di Sodoma e Gomorra: bella, scenografica, zolfo, fuoco, fiamme, con tanto di statue di sale. Ma non tutti capirono il perché della distruzione.

Riscrivere i dieci Comandamenti: meglio di no! Sarebbero finiti su Facebook come "Le meglio frasi di Osho"!

Rimandare suo figlio sulla Terra: da evitare! Già se lo vedeva la domenica, su canale 5, a dover rispondere sul "perché un bel giovane così, a 30 anni, fosse ancora scapolo", "quando aveva scoperto che Giuseppe non era il suo vero padre e come aveva reagito", perché la famiglia perfetta fosse composta "da una minorenne vergine, un anziano come padre di copertura ed il vero padre sempre assente" e con la Maddalena in collegamento telefonico come ospite speciale. Già! Meglio evitare.

Il diluvio universale! Come idea non era male fino anche non gli fecero notare che non aveva ancora il suffragio universale, che punire i fedeli di altre religioni non fosse proprio, proprio corretto e inoltre gli ricordarono la bolletta dell'acqua che alla fine dei quaranta giorni fu costretto a pagare subito e non in comode rate pluriennali.

Alla fine, insieme al gran consiglio dei Santi, decise di fare una cosa un po' più ridotta, di usare acqua e vento (il vento costa molto, ma molto meno dell'acqua) e farlo durare solo una notte.

L'ultima cosa era scegliere dove e quando.

Per il dove fu estratto a sorte il nome di un Santo (per la cronaca fu estratto San Lucano), per il quando, gli ultimi giorni di ottobre, in maniera tale da avere poi tutto il tempo utile per preparare il compleanno di suo Figlio.

E così fu.

Ma quel giorno, il giorno dopo, notò subito che qualcosa non quadrava.

Innanzitutto notò che la sua mira, con l'andare del tempo era andata via via peggiorando: non solo la devastazione aveva colpito la Valle di San Lucano, ma anche l'Agordino,  Sottoguda, lo Zoldano ed alcuni pezzi del Trentino.

Poi vide che la gente, invece, di essere rassegnata e di invocare invano il suo nome, accostandolo a vari animali da cortile (prassi assai comune nella zona, ma senza malizia!), si era tirato su le maniche, e tutti insieme, senza badare a razza, sesso e religione, in barba alla fatica, alla fame ed al sonno, in silenzio e come potevano, cercare di portar soccorso l'uno con l'altro, ove fosse necessario.

E poi, alla fine, vide un piccolo crocefisso di legno, ancora in piedi, come un rimprovero muto, ergersi come ultima inutile difesa di un piccolo lago.


A quel punto, forse, Dio capì di aver fatto una gran cazzata.




Questo era il Laghetto delle Peschiere, all'interno della valle di San Lucano, prima dell'ottobre 2018:


Dopo l'alluvione è ridotto così:





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